Multa fino a 30 mila euro per i cani in condominio, la nuova legge è durissima: c’è anche la reclusione

Avere cani in condominio può portare una multa durissima, addirittura si può rischiare il carcere, ecco cosa prevede la norma.

Avere la compagnia di un animale, sia per chi vive solo sia per chi ha bambini e vorrebbe che possano crescere con un cucciolo, può essere davvero prezioso. Come si dice spesso, infatti, è possibile in questo modo ricevere affetto in modo incondizionato e avvertire meno la tristezza che si può sentire in alcuni periodi. Ma possono esserci problemi se si abita in un condominio e si decide di avere cani? Il dubbio può essere naturale, soprattutto perché in questi casi non ci si sente del tutto autonomi e si teme di poter andare incontro a forti discussioni se si hanno vicini che non li amano.

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È possibile avere un cane se si vive in condominio? – Foto | Giurisprudenzaunisanio.it

È bene comunque agire nel pieno rispetto delle regole, così da evitare di avere problemi con gli altri, la norma in vigore è però particolarmente dura anche se non tutti ne sono a conoscenza. Chi non la rispetta può andare incontro a conseguenze durissime, che vanno al di là del possibile allontanamento dell’amico a quattro zampe, a farne le spese può essere anche il suo proprietario.

Cosa prevede la legge per i cani in condominio

Tanti amano la compagnia di un animale, se sono però residenti in un condominio sono convinti di non poter avere cani, specialmente se sono di grossa taglia. In realtà, la legge parla chiaro, dal 2013 è in vigore la riforma del condominio, che prevede non sia possibile vietarne la detenzione. Non è possibile nemmeno impedire al condomino possessore di animali di usufruire delle parti comuni insieme ai cani, a condizione che siano al guinzaglio.

A questo provvedimento ne deve essere però affiancato un altro, decisamente più rigido, che potrebbe fare piacere a pochi. Il problema può sorgere se l’amico a quattro zampe abbaia frequentemente, sia quando è da solo, sia quando si trova con il suo padrone, alla lunga questo può risultare irritante per alcuni. Il fastidio può ovviamente essere maggiore se la situazione si ripete di sera o di notte e i vicini hanno la necessità di alzarsi presto la mattina successiva.

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Il latrato di un cane in casa può dare fastidio ad alcuni – Foto | Giurisprudenzaunisannio.it

Cosa fare in questi casi? La prima mossa può essere semplice e prevede di sfruttare la diplomazia, cercando quindi di informarsi con il diretto interessato per capire se Fido possa avere qualche problema che lo spinge a comportarsi in questo modo, pur facendo presente quanto questo possa essere un disturbo. Non tutti possono essere malleabili, qualora la strada del dialogo non sortisse alcun effetto, è importante rivolgersi all’amministratore, che ha il compito di tenere a bada le discussioni che possono nascere con i residenti.

In caso di mancanza di una soluzione soddisfacente per entrambe le parti, è possibile fare riferimento all’art. 659 nel Codice penale e contattare le forze dell’ordine per gli “strepiti degli animali”. Qualora questo dovesse portare a una denuncia, le conseguenze possono davvero pesanti: secondo la norma, si parla di una sanzione pecuniaria fino a 309 euro e della reclusione fino a tre mesi.

La situazione può però peggiorare ulteriormente se l’amministratore dovesse ipotizzare che i continui lamenti dei cani possano essere da addebitare a uno stato di malessere o, peggio ancora, a maltrattamenti. In caso di dubbio è possibile contattare l’NPA, l’ASL o un veterinario, che avranno il compito di accertarsi da vicino della situazione. Se la colpa dovesse essere accertata, si può andare incontro alla reclusione da 3 ai 18 mesi, oltre a una multa tra i 5mila e i 30mila euro. Il principio da tenere presente è chiaro, ogni proprietario è responsabile dei danni causati dall’animale, qualsiasi tipo siano, compreso l’inquinamento acustico, Se si decide di averne uno è quindi bene agire con la massima cautela e nel rispetto di tutti.

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