Record negativo per l’Italia, nella nostra penisola si trova la zona più inquinata di tutta Europa. La salute e l’ambiente sono in pericolo.
L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha rilevato livelli di inquinamento atmosferico da record con concentrazioni di PM10, PM2,5 e ozono nettamente superiori rispetto ai limiti di sicurezza in una precisa zona dell’Italia che coinvolge numerose Regioni.
Parliamo di inquinamento atmosferico per indicare l’insieme delle sostanze presenti nell’aria che provocano effetti dannosi sulla salute di esseri umani, animali, vegetazione e materiali. L’origine di gas e particelle che inquinano l’atmosfera può essere naturale (eruzione vulcanica o incendio) o antropica, legata ad attività umane come processi industriali, uso di motori a combustione e del riscaldamento domestico. Altri inquinanti sono sostanze normalmente presenti nell’aria come l’anidride carbonica.
In generale possiamo distinguere gli inquinanti atmosferici primari liberati nell’ambiente come tali e secondari, formati in seguito a reazioni chimico-fisiche. Non bisogna pensare che l’inquinamento atmosferico riguardi solo gli ambienti esterni. Un grande pericolo viene anche dall’esposizione agli inquinanti in ambienti interni (decimo posto nella lista dei fattori di rischio di morte). La salute, dunque, subisce attacchi diversi con effetti a breve e lungo termine. Tosse, lacrimazione, difficoltà respiratorie, tumori, broncopneumopatia cronica sono alcune conseguenze del vivere in un ambiente inquinato.
Le Regioni in Italia più inquinate d’Europa: i dati rivelano una verità che spaventa
Un record che non avremmo voluto avere, quello della zona più inquinata in Europa. L’EEA ha individuato alte concentrazioni di PM10, PM2,5 e ozono nella Pianura Padana. Coinvolte sono porzioni delle Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte ed Emilia Romagna. Sappiamo che la Pianura Padana è caratterizzata da un’intensa industrializzazione che porta ricchezza ma anche gas di scarico e particelle che contribuiscono alla formazione di polveri sottili.
Le PM2,5 penetrano nei polmoni e nel flusso sanguigno provocando malattie cardiovascolari, problematiche respiratorie e altre gravi patologie. A favorire l’alta concentrazione di gas e particelle nella Pianura Padana non solo l’industrializzazione ma anche la conformazione della zona. Parliamo di un ampio bacino circondato da montagne che impediscono un corretto ricircolo dell’aria. In più i venti sono poco presenti e in inverno la nebbia impedisce la dispersione degli inquinanti che si accumulano peggiorando i livelli di inquinamento.
Tra le città che non raggiungono le soglie minime di sicurezza citiamo Padova, Vicenza e Cremona. Pensare che il problema sia circoscritto alla Pianura Padana, però, è sbagliato. Molte altre città del Nord hanno un grave problema di inquinamento atmosferico come Milano, Torino e Genova (Triangolo industriale). La produzione industriale è notevole e porta ad un costante peggioramento della qualità dell’aria.
Aggiungiamo alla lista Piacenza, Brescia, Venezia, Alessandria, Asti e Verona. Come se non bastasse oltre alle fabbriche e al traffico contribuisce ad aumentare l’inquinamento atmosferico il cambiamento climatico. Anni di evoluzione e di maltrattamenti al nostro Pianeta hanno causato alterazioni del clima di cui oggi possiamo toccare con mano gli effetti. Siamo stati noi la causa principale dell’inquinamento e, ora, cerchiamo di raggiungere una riduzione dell’impatto ambientale con una svolta green difficile da attuare in tempi brevi. Servirebbe in primis un cambiamento di mentalità ma anche risorse economiche a supporto della sostenibilità.