Affidamento esclusivo, le situazioni in cui è disposto dal tribunale. Un tema scottante a proposito di divorzio.
Uno degli aspetti più delicati e spesso controversi nelle cause di divorzio riguarda senza ombra di dubbio l’affidamento dei figli, soprattutto quando si parla di minori. In tema di divorzio è opportuno ricordare come il benessere e l’interesse dei minori sia prioritario nelle scelte e nelle decisioni di un tribunale.
Detto questo si può ribadire che l’affidamento congiunto è nella giurisprudenza del nostro Paese l’orientamento più diffuso, in quanto consente uno sviluppo equilibrato e continuativo con ambedue i genitori e con le rispettive famiglie. Purtroppo non mancano i casi in cui l’affidamento esclusivo diventa la soluzione unica, per circostanze che ne rendono inevitabile l’adozione.
Divorzio, quando l’affidamento esclusivo diventa necessario
Da quanto accennato si può dire che l’ordinamento italiano l’affidamento esclusivo dei figli è una soluzione eccezionale che viene presa in condizioni particolari che possono riguardare i genitori, quanto i minori stessi. Sono importanti però alcune precisazioni su questo particolare istituto.
L’affidamento esclusivo non significa l’estromissione completa del genitore non affidatario dalla vita del minore. Invece il genitore a cui il giudice affida il minore ha il dovere di favorire i rapporti con l’altro genitore, a meno che non esistano valide e gravi motivazioni confermate in sede giudiziale. Vi devono essere quindi delle precise indicazioni del giudice per motivare l’esclusione di un genitore.
In genere, il tribunale regola i periodi di vacanza, le modalità e i tempi di visita del non affidatario (nel caso non si trovi un accordo tra le parti). Per completezza va aggiunto che con l’affidamento esclusivo ambedue i genitori restano titolari della responsabilità genitoriale, ma che viene esercitata solo da quello affidatario. Le scelte al riguardo di educazione, scuola e salute sono prese di comune accordo tra i genitori.
Solo in caso di gravi mancanze del genitore non affidatario il giudice può decidere di escluderlo da queste scelte. L’affido esclusivo può essere richiesto da uno dei genitori o disposto d’ufficio dal giudice. Per esempio può essere richiesto, se la distanza geografica rende difficile l’esercizio effettivo dei compiti dell’affido congiunto. Oppure nel caso le condizioni di salute di uno genitori siano precarie a tal punto da limitare le capacità di questo di accudire il minore.
Ma vediamo quali sono i casi in cui l’affidamento esclusivo è disposto in qualsiasi momento dal tribunale. Quando il bambino rifiuta di avere qualsiasi rapporto con uno dei genitore; quando lo stile anomalo o pericoloso di uno dei genitori evidenzi l’incapacità e l’inidoneità a crescere e accudire i figli. Altra situazione che spinge a questa scelta del giudice si ha quando l’affido congiunto costituisce un danno per il minore.
Infine, l’affidamento esclusivo scatta quando il genitore tenuto a versare il mantenimento non rispetta tale obbligo. Questo denota un comportamento incompatibile con i doveri e i compiti legati all’educazione e alla cura del bambino. Si configura così il cosiddetto affidamento super-esclusivo.