Ricevere una casa in eredità rappresenta un evento rilevante, che implica la gestione di questioni legali e fiscali.
E’ sicuramente una notizia positiva, qualcosa che può dare uno slancio alla vita (soprattutto dal punto di vista economico) di qualsiasi individuo.
Ma poi, cosa si può fare della casa che si riceve in eredità? Molti eredi si chiedono se sia possibile vendere un immobile ereditato e, in particolare, se esistano vincoli o limitazioni derivanti da eventuali agevolazioni fiscali come il bonus prima casa. La normativa italiana in materia successoria e immobiliare offre risposte chiare su questi aspetti.
Cosa bisogna sapere sulla vendita di una casa ereditata
Bene, cominciamo a mettere in chiaro alcuni punti. E’ importante sottolineare che la legge non impone alcun divieto alla vendita di una casa ereditata. Anche qualora l’erede abbia usufruito del bonus prima casa durante il processo di successione, non vi sono restrizioni che impediscano la cessione della proprietà.
Di norma, chi acquista un immobile avvalendosi del bonus prima casa si impegna a non vendere la proprietà per un periodo di cinque anni, per evitare di perdere le agevolazioni e dover restituire i benefici fiscali ottenuti. Tuttavia, questo vincolo non si applica agli immobili acquisiti tramite eredità. In altre parole, anche se l’erede ha goduto delle agevolazioni fiscali previste dalla legge, può vendere l’immobile senza dover attendere il decorso di un termine minimo.
Un altro elemento da considerare è la situazione in cui l’immobile ereditato faccia parte di un condominio che ha avviato interventi di riqualificazione edilizia grazie al Superbonus 110%. In tali circostanze, la vendita della casa non comporta alcuna conseguenza negativa per l’erede dal punto di vista fiscale.
La legge di bilancio 2024 prevede infatti che, in caso di vendita di un immobile entro dieci anni dalla conclusione dei lavori incentivati dal Superbonus, la plusvalenza realizzata sia soggetta a un’imposta sostitutiva del 26%. Tuttavia, questa tassazione non si applica agli immobili ricevuti in eredità. Pertanto, l’erede può procedere alla vendita della casa senza dover corrispondere alcuna imposta sulla plusvalenza, a differenza di quanto accadrebbe con immobili acquistati tramite compravendita.
Agevolazioni fiscali e acquisto di una nuova casa
Per quanto riguarda la possibilità di beneficiare nuovamente del bonus prima casa dopo aver ereditato un immobile, la normativa offre ulteriori vantaggi. In generale, per accedere alle agevolazioni previste dal bonus, è necessario che l’acquirente non possieda già un immobile nello stesso Comune. Comunque sia, nel caso di immobili ereditati, questo vincolo non sussiste.
Detto nella maniera più chiara possibile: chi eredita una casa con le agevolazioni fiscali può acquistare un secondo immobile nello stesso Comune avvalendosi nuovamente del bonus prima casa, senza essere obbligato a vendere l’abitazione ereditata. Questo rappresenta un’importante eccezione rispetto alle norme che regolano l’acquisto di case tramite compravendita, dove è invece previsto che, per ottenere il bonus prima casa, l’immobile posseduto in precedenza debba essere venduto entro un anno.
La questione dei coeredi e l’azione di riduzione
Ecco, adesso si arriva ad un punto chiave. E’ sicuramente importante conoscere tutti gli aspetti legati alla vendita di un immobile ereditato quando ci sono dei coeredi. Nel caso in cui la proprietà sia stata lasciata a più persone, in effetti, i coeredi possono avanzare pretese sulla divisione della successione. Questo può generare complicazioni, soprattutto se uno degli eredi intende vendere la casa.
In particolare, la legge prevede la possibilità per i legittimari (ossia il coniuge, i figli o, in mancanza di figli, i genitori del defunto) di esercitare l’azione di riduzione. Tale azione serve a tutelare i diritti dei legittimari che ritengano di essere stati lesi nella suddivisione dell’eredità. Tuttavia, l’azione di riduzione può essere esercitata solo entro un termine di dieci anni dalla data del decesso. Trascorso questo periodo, ogni pretesa si estingue.
Per garantire la sicurezza della vendita e tutelare il potenziale acquirente, è possibile che i legittimari rilascino una dichiarazione in cui si impegnano a non contestare la successione. Questa procedura, nota come “rinuncia all’azione di riduzione”, rappresenta una garanzia importante per evitare eventuali controversie future e rendere più agevole la vendita dell’immobile.
Dunque, prima di vendere una casa ricevuta in eredità, bisogna considerare i seguenti punti:
La vendita di una casa ricevuta in eredità non comporta particolari restrizioni legali, purché vengano rispettate alcune regole fondamentali. In primo luogo, è importante verificare che tutte le pratiche catastali siano aggiornate e che non vi siano ipoteche sull’immobile. In secondo luogo, è consigliabile verificare che tutti i coeredi siano d’accordo con la vendita, onde evitare contestazioni o ritardi nella trattativa.
In aggiunta, prima di procedere con la vendita, potrebbe essere opportuno rivolgersi a un professionista del settore, come un notaio o un avvocato specializzato in successioni, per accertarsi che tutte le questioni burocratiche e legali siano risolte correttamente. Questo passaggio può essere utile per garantire che la vendita avvenga senza ostacoli e nel rispetto della normativa vigente.
Dunque, vendere una casa ereditata è perfettamente possibile e non comporta particolari complessità, a patto di seguire le regole previste dal diritto successorio. Sebbene ci siano alcuni dettagli da considerare, come l’eventuale presenza di coeredi o la gestione di bonus fiscali pregressi, la normativa offre strumenti adeguati per procedere alla vendita in modo sicuro e regolare.
La legge è molto chiara in materia ed è difficile incorrere in errori involontari, soprattutto se si viene seguiti da dei professionisti come consulenti immobiliari, consulenti finanziari, notai e quant’altro. Non ci sono particolari problemi per chi vuole vendere una casa ricevuta in eredità, anche se si è fatto uso di alcuni bonus edilizi per lavori di ristrutturazione. L’importante è che tutto sia chiaro tra i coeredi, evitando diatribe familiari che spesso sfociano in situazioni abbastanza sgradevoli. La chiarezza, in ogni ambito della vita, riesce sempre a fare la differenza.