Occhio ai posti di blocco: non solo patente, libretto e assicurazione. Ora chiedono anche questo documento e se non ce l’hai rischi davvero grosso
E’ capitato almeno a tutti, una volta, di essere fermati dalle forze dell’ordine a un posto di blocco. E ammettiamolo che sale sempre un po’ di agitazione e nervosismo per la circostanza anche se si è totalmente in regola e in buonissima fede. Ma alla fine – se tutto questo è confermato – non ci sono o saranno problemi di alcun tipo. Del resto questo tipo di controllo è una misura comune per garantire la sicurezza pubblica e verificare che tutto sia in regola da parte dell’automobilista di turno. Se vi sono questi requisiti, avanti il prossimo.
A creare un po’ di “suspance” in queste circostanze è anche l’effetto sorpresa che si crea. I posti di blocco vengono organizzati in punti strategici come accessi autostradali, incroci principali o durante eventi particolari. L’obiettivo di queste verifiche è garantire il rispetto delle norme del Codice della Strada, controllare la regolarità dei documenti e prevenire attività illecite. E quando ci si imbatte in uno di questi controlli, il primo passo è ovviamente mantenere la calma e decelerare in maniera graduare e accostare in sicurezza.
E’ fondamentale assicurarsi di avere sempre con te i documenti essenziali che potrebbero richiedere, ovvero:
Questi sono i documenti base che vengono controllati, ma a seconda della situazione, le forze dell’ordine potrebbero chiedere ulteriori informazioni, come la revisione dell’auto o, in determinati casi, procedere con controlli più approfonditi (ad esempio, verifiche sull’assunzione di alcol o sostanze).
Durante un posto di blocco, inoltre, le forze dell’ordine si concentrano su diversi aspetti:
Esiste inoltre la circostanza in cui l’auto non è intestata a chi guida. Come un figlio che guida l’auto a nome del padre. Magari sarà proprio sua, ma ufficialmente è di proprietà del papà. E in questo caso ci sono delle regole di cui sapere e, ovviamente, da rispettare con sgradevoli conseguenze dietro l’angolo.
Se una persona utilizza un’auto non a proprio nome per più di 30 giorni, infatti, è necessario che il proprietario comunichi il nome del nuovo o dell’altro utilizzatore alla Motorizzazione Civile, che aggiornerà la carta di circolazione che verrà poi controllata dalle forze dell’ordine. In questa circostanza, infatti, la domanda sarebbe la seguente: “Ha con sé la carta di circolazione aggiornata?”.
Quindi, anche se resta il proprietario, chi presta l’auto a qualcuno per un mese o più deve assicurarsi che questa modifica venga registrata. Spesso si sottovaluta questa procedura e invece si rischiano spiacevolissime sorprese. A meno che non si rientri in due eccezioni. La prima: se il figlio o chi comunque utilizza un’auto non a proprio nome vive con il proprietario.
La seconda, in parte già accennata, è se l’uso dell’auto è sporadico e inferiore ai 30 giorni. In questi due casi si può stare tranquilli. Se si supera il limite dei 30 giorni senza fare l’aggiornamento, invece, le multe possono essere davvero salate: per il codice della strada si va da 728 a 3.636 euro. E nei casi più gravi e ripetuti, si può arrivare al fermo amministrativo del veicolo. Vale la pena rischiare tanto? Assolutamente no.
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