In materia di eredità in assenza di un testamento le cose possono diventare davvero delicate. Si procede in questo modo con la spartizione del patrimonio e nessuno può dire nulla.
L’eredità è un tema sempre molto delicato e difficile da affrontare, dal momento che sono troppe le implicazioni che vanno considerate e valutate. E, generalizzando, si rischia davvero di risultare fuori luogo. In tal senso, però, ciò che accomuna tutti è che chiunque deve fare i conti con il dolore legato alla morte di una persona cara.
In tal senso, però, una volta archiviata e messa da parte questa componente, va sottovalutata la questione relativa alla spartizione del suo patrimonio dal momento che davanti a queste situazioni la tensione all’interno del nucleo familiare si crea in maniera del tutto inevitabile. Da questo punto di vista, può succedere che una persona possa morire senza fare in tempo a redigere il proprio testamento ed a rendere note le sue ultime volontà. La legge interviene in questi casi, andando a dividere in questo modo l’eredità in questione.
Nel caso in cui un uomo muoia senza lasciare un testamento a fare da riferimento normativo è l’articolo 582 del codice civile italiano. Sono ovviamente diversi i casi da esaminare. Partiamo dal caso in cui una persona venga a mancare senza avere dei figli. Nel caso specifico, a prescindere da quelle che erano le sue volontà, in assenza di un testamento due terzi del patrimonio andranno al coniuge sopravvissuto, mentre un terzo saranno spartiti ai fratelli ed alle sorelle. In assenza di questi ultimi, tutto va al coniuge se mancano anche i genitori ed altri potenziali eredi.
Nel caso in cui, invece, il defunto abbia uno o più figli le cose stanno in maniera ancora differente. Ed anche da questo punto di vista sono diversi gli scenari da contemplare e da valutare. Se ha un solo figlio, infatti, ha diritto al 50% del patrimonio, con la rimanente parte che viene riconosciuta all’altro coniuge. Quello cioè che è sopravvissuto. Se invece i figli sono due o più, allora in questo caso, allora si divideranno i due terzi del patrimonio, mentre alla madre o al padre spetta il rimanente terzo.
La suddivisione fin qui citata rappresenta la cosiddetta quota di legittima, vale a dire quella fetta di patrimonio che deve essere per legge riconosciuta ai familiari elencati. Anche nel momento in cui si realizza un testamento, vanno tenuti in considerazione i parametri fin qui elencati. Chiaramente poi starà agli eredi decidere in piena autonomia se accettare o no l’eredità. Ecco invece quando si annulla il testamento.
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