Il brinner è la nuova moda della generazione Z in fatto di cena: in cosa consiste e in cosa differisce rispetto alla tradizione.
In Italia abbiamo delle sane e radicate abitudini in campo alimentare, tanto che la dieta Mediterranea viene unanimemente considerata l’ideale da seguire per mantenere un buono stato di salute ed evitare di prendere troppo peso. Ovviamente questo se seguita in maniera corretta, ovvero sfruttando tutti gli alimenti che la compongono nelle giuste dosi.
Fino a qualche tempo fa, infatti, si era diffusa la convinzione che la dieta Mediterranea fosse poco salutare e addirittura dannosa per via della presenza di troppi carboidrati, ma anche di quantità abbondanti di latticini, insaccati e carni. I nutrizionisti hanno sfatato questa convinzione da tempo, evidenziando come questi alimenti facciano si parte della nostra tradizione, ma non sono gli unici.
Alternare e accoppiare carboidrati a verdure, frutta, carni e legumi in maniera sapiente infatti garantisce il mantenimento di un buono stato di salute, offre il giusto apporto calorico per affrontare gli impegni della giornata e soprattutto consente di incamerare tutte le proteine e i nutrienti di cui abbiamo bisogno.
La differenza di risultato risiede nell’utilizzo del giusto mezzo (dunque fare attenzioni alle dosi e all’alternanza) e nel seguire la regola del pasto ricco a colazione e via via sempre più povero fino alla cena, che sarebbe idealmente un pasto frugale. Ultimamente, però, le abitudini stanno cambiando, soprattutto tra i giovanissimi.
Come forse avrete intuito “Brinner” è un termine di origine anglosassone ed è composto dalla crasi tra breakfast e dinner. Consiste nell’abitudine sempre più diffusa tra i componenti della generazione z di mangiare a cena alimenti che sarebbero tipici della colazione. Il termine è stato coniato agli inizi degli anni 2000, ma il trend è in tendenza solo nell’ultimo periodo sui social.
In realtà l’abitudine della colazione fuori orario nasce nel 1993 dall’idea di un ristoratore australiano che serviva ai suoi clienti un buffet composto da alimenti tipici della colazione europea (un mix di dolce e salato dunque) che chiunque poteva prendere. Tale idea è diventata parte del menu dei suoi fast food – i Bill’s – e replicata dai concorrenti Benedict e McDonald’s.
Il fatto che questa abitudine si stia diffondendo anche in casa è legata a due fattori principali. Il primo è la deriva verso una società solipsistica, in cui c’è sempre meno spazio per le relazioni sociali e gli affetti, la cui assenza viene colmata dal consumo di dolci; il secondo è la vita frenetica e stressante che si conduce: al termine di una giornata di lavoro le persone hanno sempre meno voglia e forze per mettersi ai fornelli.
Al di fuori dei nostri confini il brinner è composto principalmente da alimenti salati come bacon, uova strapazzate, wurstel e fagioli, ma non mancano anche alimenti dolci come pancake e torte. In Italia si è sempre più disposti a concepire una colazione di questo tipo ma per il brinner si opta spesso per latte e biscotti, coniugazione tipica della colazione nostrana.
Al di là della comodità di una simile scelta, c’è la convinzione che il latte aiuti a dormire e dunque che si sposi alla perfezione con l’esigenza dei giovani di andare a letto presto. Evidenze scientifiche confermano che il latte – da solo – aiuti a stimolare il sonno, lo stesso però non può dirsi per i biscotti che sono solitamente carichi di zuccheri.
Il brinner è pericoloso per due motivi:
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