Esecuzione degli sfratti, quando è possibile bloccarla? Come la normativa viene in soccorso e in quali casi.
Quando si concede il proprio immobile in affitto, ci sono diverse cose da tenere in considerazione. Una di queste è che, anche dopo un tot di tempo, si potrebbero creare delle situazioni non semplici da affrontare e che potrebbero richiedere lo sfratto dell’inquilino (o degli inquilini).
Il proprietario di un immobile, infatti, potrebbe trovarsi a dover sfrattare l’inquilino, in genere, perché non paga, quindi per morosità, oppure perché si creano delle frizioni inerenti il contratto stipulato.
L’inquilino che riceve l’avviso di sfratto, tuttavia, può eventualmente chiedere che la decisione sia sospesa, in determinati contesti, e soprattutto per ragioni realmente valide. In questo modo, si andrebbe a posticipare il rilascio dell’abitazione.
Vediamo insieme, dunque, quali possono essere le ragioni per cui si può bloccare lo sfratto.
Come detto, un locatore può trovarsi a dover sfrattare gli inquilini per morosità, ossia perché non pagano l’affitto, oppure perché scade il contratto con il proprietario.
Può succedere di non riuscire più a pagare l’affitto per varie ragioni e che il locatore invii l’avviso di sfratto, e gli inquilini, magari una famiglia, non sappiano dove andare. In linea generale, se lo sfratto diventa esecutivo e l’inquilino non paga, deve andar via.
Ci sono però delle circostanze in cui gli inquilini possono far sospendere l’esecuzione di sfratto. Ad esempio, se il locatore presenta domanda di rilascio per locazione terminata, cioè contratto scaduto, se ci sono dei motivi gravi, come un membro della famiglia malato terminale o con grave disabilità, si può presentare la suddetta istanza.
Questa sospensione può essere chiesta solo una volta e durerà fino a 18 mesi, dopodiché ci sarà lo sfratto. Il proprietario, tuttavia, riceverà ogni mese dagli inquilini il canone che gli spetta per cessazione contratto, con una maggiorazione del 20%.
Se un inquilino è moroso, ovvero accade spesso che non paghi, anche per lunghi periodi, si può richiedere una sanatoria in giudizio e ottenere una sospensione dello sfratto. Questa sanatoria può occorrere massimo 3 volte in 4 anni, e il quarto rinvio può essere concesso solo per gravi e valide motivazioni.
Per gli inquilini che non pagano i debiti (più interessi) alla prima udienza, il giudice può dare altri 90 giorni se ci sono situazioni economiche difficili, naturalmente tutte da documentare. Questa scadenza può raggiungere 120 giorni se l’inadempienza dei pagamenti non supera i 60 giorni e si hanno serie difficoltà economiche, come anche malattie molto gravi e disoccupazione.
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