Quello che il consumatore compra al supermercato è latte o un prodotto chimico? Gli esperti lanciano l’allarme

Allarme latte venduto al supermercato, si tratta di un prodotto chimico? Avvertimenti per gli acquisti, come non fare danni irreparabili.

È fondamentale condurre un’alimentazione sana e bilanciata, ma si è certi di ciò che si ingerisce? Il latte è una bevanda molto controversa. Si tratta di un prodotto presente da sempre nella dieta italiana, ma che negli ultimi anni affronta un accanimento non indifferente. Senza ombra di dubbio la questione è legata alle spregevoli modalità attraverso le quali lo si ottiene, perché si conferma essere un atto di violenza nei confronti delle mucche. Ma non si tratta solo di questo, perché c’è un allarme vero e proprio che cita la possibilità di ingerire un “prodotto chimico”. Di cosa si tratta? A parlare è una delle voci più autorevoli del settore.

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Attenzione agli acquisti, non c’è risparmio se il prezzo è la sicurezza! (@Canva)- giurisprudenzaunisannio.it

Bisogna saper distinguere le informazioni, da quelle “fuorvianti” alle veritiere. Entra in gioco l’allarme sul latte come prodotto chimico lanciato proprio da Assolatte. Con questo si fa riferimento all’associazione industriale che funge da punto di riferimento per il settore caseario e lattiero, un ambito al giorno d’oggi, abbastanza controverso. La questione verte attorno alle barbare modalità che permettono alle mucche di produrre del latte. Molti non sono a conoscenza di ciò, ma per ottenerlo è necessario ingravidare le bestie, per poi strappargli via con violenza i piccoli nascituri.

Si tratta di un sistema bannato e denunciato da animalisti e da chi predilige usufruire di prodotti differenti. Appunto, si fa riferimento al latte di soia, avena, mandorla, nocciola, e chi più ne ha più ne metta. Vuol dire scegliere il latte vegetale e preferirlo rispetto a quello di mucca. Ma i termini sono corretti? Ecco che qui entra in gioco la discussione più accesa degli ultimi tempi.

Prodotto chimico o latte? Allarme e verità, come agire!

Dire che si predilige il “latte di avena a quello di mucca”, significa innanzitutto compiere un errore nei termini utilizzati. Poiché con l’avena, la soia e qualsiasi altra opzione al latte di mucca, si fa riferimento ad una “bevanda”. Ed è qui che salta fuori la piccola punta di un iceberg destinato a stravolgere la considerazione dell’alimentazione considerata “green” ed ecosostenibile. Assolatte si fa portavoce di una dinamica inedita che i consumatori devono conoscere. Qual è il latte con prodotto chimico?

Latte venduto come prodotto chimico cosa dice l'allarme
Attenzione agli acquisti, non c’è risparmio se il prezzo è la sicurezza! (@Canva)- giurisprudenzaunisannio.it

È più pericoloso ingerire il latte di mucca o le bevande vegetali? La questione è complessa, perché ci sono persone che non digeriscono il primo e prediligono le seconde, ma si è certi che si tratti di un prodotto naturale e non chimico? L’allarme di Assolatte è molto chiaro, soprattutto è diretto a valorizzare la produzione del settore caseario e lattiero. Il Presidente dell’Associazione industriale, Paolo Zanetti è portavoce dell’allarme, in quanto afferma che bisogna fare chiarezza.

Poiché è facile demonizzare il latte e considerare le bevande vegetali come “ecosostenibili”, ma fanno davvero bene all’essere umano o hanno un che di chimico? In sostanza, vuole valorizzare il proprio settore considerandolo come genuino, rispetto al secondo dalle cui etichette è evidente che si tratti di un prodotto chimico che non va di certo chiamato latte. Quindi, sostiene il rispetto del codice alimentare che va a favore dei consumatori che non devono essere imbrogliati da un sistema un po’ troppo furbo.

L’obiettivo è mettere in risalto il latte come prodotto sicuro, cercando di dare “la giusta narrazione” che ultimamente ha subito soltanto duri colpi. Questione ricca di controversie, perché se da un parte ci sono i sostenitori di questa voce, dall’altra parte c’è quella che invece continua a prediligere le bevande vegetali ribadendo che la chiarezza di etichetta con “prodotto chimico” va fatta in ogni caso. Chi ha ragione? Al momento le parti sembrano essere ferme sui rispettivi punti.

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