Cedere l’immobile ai propri figli è una scelta conveniente, ma donare la casa è anche un rischio: meglio evitare questi errori diffusi
Avere un’abitazione di proprietà è una vera e propria manna dal cielo, soprattutto in questo periodo caratterizzato da grande inflazione e crisi economica. In molti casi, infatti, le nuove generazioni si trovano a dover fare i conti con enormi difficoltà e spesso non possono permettersi un appartamento.
Dunque donare la casa ai propri figli può essere una scelta particolarmente conveniente per chi vuole dare una mano concreta, ma spesso si rivela anche un rischio. Vediamo quindi quali sono gli errori più diffusi che penalizzano quasi tutti.
Meglio evitare questi errori diffusi
Donare la casa è un gesto che viene espresso mediante un contratto in cui si cede un proprio diritto in favore di un’altra parte. Questo procedimento può essere effettuato mediante la modalità della donazione diretta e quella indiretta. Nel primo caso il genitore trasferisce l’immobile direttamente al figlio con l’assistenza di un notaio; nel secondo il genitore può eventualmente acquistare l’immobile e intestarlo al figlio, o donare la somma necessaria per l’acquisto. Al contrario di quanto si crede, la donazione ha dei costi. Sono previste infatti le imposte sulle donazioni, quelle di bollo e di registro, ma anche le ipotecarie e catastali, le imposte per la trascrizione e le spese notarili.
Gli stessi costi dipendono da alcuni fattori e in questo caso è meglio evitare errori. Nel caso della prima casa, il genitore deve versare l’imposta di registro al 2% del valore catastale, oltre all’imposta ipotecaria e catastale. Il costo ammonterà a circa 50 euro. Se invece si tratta di una seconda casa, l’imposta di registro ammonta al 9% del valore della casa, mentre le imposte catastale e ipotecaria resteranno le stesse.
Donare la casa è un modo per non attendere l’apertura del testamento, trasferendo l’immobile allo specifico erede. Tuttavia, per evitare errori con gli altri eredi è possibile realizzare un atto di rinuncia alla contestazione, oppure donare la casa a tutti i figli, così da poter lasciare a loro la scelta di donare la propria quota all’unico destinatario. Un altro vantaggio è quello dei genitori che vogliono liberarsi della casa per poter ottenere benefici collegati all’acquisto di una seconda abitazione che diventerà la loro prima casa. Esiste inoltre una franchigia di 1 milione di euro al di sotto del quale non vi è alcuna tassa da pagare per quanto riguarda la donazione tra familiari.