Allarme privacy, è stato rilevato che WhatsApp memorizza le nostre conversazioni. Niente più segreti, giochiamo a carte scoperte.
Chi pensa di chattare in “segreto” sbaglia di grosso, L’app di messaggistica più utilizzata in Italia sa tutto di noi potendo memorizzare le nostre conversazioni. Un problema rilevante che preoccupa gli utenti. Dov’è la tutela della privacy?
WhatsApp si trova sui dispositivi del 78,5% circa degli italiani. Oltre 35 milioni di persone utilizzano quest’app di messaggistica per chattare, inviare foto e video, occuparsi del proprio business. Le funzionalità che l’applicazione propone si sono evolute negli anni per rendere l’esperienza dei fruitori sempre più completa. Inviare semplici messaggi è forse ciò che le persone fanno meno considerando tutte le opportunità a disposizione per rendere la conversazione più dinamica e a 360°.
Ad ogni aggiornamento l’app si arricchisce di funzionalità per rendere più semplici le interazioni e per permettere all’utente di personalizzare l’esperienza. Si può nascondere l’ultimo accesso, inviare foto che si possono vedere una sola volta e messaggi vocali che si possono sentire solo una volta. Il problema è che per rendere l’esperienza sempre più personalizzata WhatsApp memorizzerà le chat al fine di indirizzare le novità con maggiore accuratezza. L’app deve conoscerci a fondo per poterci proporre cambiamenti che saranno apprezzati e che spingeranno l’utente a fare un uso sempre più frequente delle chat.
Meta sta testando nuove funzionalità per WhatsApp per rendere sempre più completa e personale la fruizione dell’app da parte degli utenti. WABetaInfo ha comunicato le anteprime sui prossimi lanci riguardanti la versione di Android WhatsApp 2.24.22.9. La novità è che Mera AI saprà memorizzare le informazioni ottenute controllando le conversazioni.
Ricorderà, dunque, i dati personali delle persone nonché altre caratteristiche a partire da una data di nascita fino agli interessi, al cibo preferito o alle malattie di cui soffre. WhatsApp avrà un personale data base di informazioni su di noi, una memoria di chi siamo, cosa facciamo e cosa ci piace o non piace senza più alcuna privacy. Ogni dettaglio che condivideremo finirà tra i dati noti all’applicazione.
Meta vuole sfruttare l’Intelligenza Artificiale per poter fornire risposte perfette agli utenti anche prima che facciano le domande ma è inutile negare come questa attenzione all’utente si traduca in una mancanza di privacy pur non essendoci una persona reale a fare “il lavoro sporco” ma l’IA. L’automatizzazione del procedimento esclude che ci sarà qualcuno, quindi, a leggere le nostre conversazioni ma ciò non toglie che WhatsApp arriverà a conoscerci molto bene, forse più di chiunque altro.
Meta accederà al sistema per poterlo fare funzionare, avrà dunque accesso alle chat e potrà scansionare quanto noi condividiamo facendo cadere la segretezza di ciò che diciamo, siamo e pensiamo. Rinunciare alla privacy, in conclusione, per avere risposte più in linea con le nostre esigenze. Secondo voi è un compromesso accettabile? Sicuramente quella da parte di WhatsApp non è l’unica violazione della privacy a cui siamo soggetti e considerando l’utilità dell’app di messaggistica ipotizziamo che il numero dei fruitori non diminuirà.
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