Problemi con la fessura bancomat, non è detto che sia un tentativo di raggiro, potrebbe essere altro. Vediamo di che cosa si tratta.
Il bancomat è uno strumento ormai largamente diffuso e di uso comunissimo in tutte le transazioni economiche e commerciali. Anzi sempre più si consiglia l’uso di questa forma di pagamento, che riduce i casi di evasione fiscale, di falsificazione delle banconote, di riciclo di denaro e così via.
Certo non mancano i pericoli anche nell’utilizzo del bancomat. Basta pensare ai tentativi d sottrazione dei dati riservati, di duplicazione della carta, di skimming che avvengono direttamente allo sportello automatico. Classico è il caso in cui l’inserimento del bancomat nella fessura dell’ATM non è regolare e sembra ostacolato da qualcosa all’interno dello sportello stesso. Tuttavia non sempre si tratta di una truffa.
Non riuscire a inserire la carta di debito nella fessura bancomat appare immediatamente come il segnale di un tentativo di truffa. Cosa da non escludere, ma non sempre è così. Infatti le cause di questo problema potrebbero essere altre.
Quando al momento dell’uso del bancomat presso un ATM si legge sullo schermo Carta non riconosciuta o Carta non valida, non è da escludere che i motivo sia la smagnetizzazione della carta stessa. La banda magnetica posta sul retro potrebbe essere deteriorata e quindi non più leggibile dalla strumentazione dell’ATM. Anche l’impossibilità di inserire la carta nella fessura, può significare che il bancomat è smagnetizzato.
Questo accade se si avvicina troppo la carta a una fonte di radiazioni elettromagnetiche, come una calamita, che interferisce con la banda magnetica del bancomat. Un effetto simile si profila con cellulari, schermi televisivi e qualsiasi dispositivo in grado di emettere radiazioni di quel genere. Ma anche l’usura della carta può causare la sua smagnetizzazione. Da non escludere poi che la carta fosse danneggiata fin dall’origine.
Qualunque sia la causa, la conseguenza è l’impossibilità di usare la carta presso gli sportelli automatici che non sono più in grado di leggere la banda usurata o smagnetizzata del bancomat. C’è da dire che, se la carta dispone anche di un chip, è ancora possibile usarla per i pagamenti con POS (contrassegnati dalla sigla ICC sullo scontrino fiscale). A questo punto però, la soluzione migliore è richiedere un’altra carta al proprio istituto bancario.
La richiesta va presentata alla propria banca che provvede a bloccare il vecchio bancomat e sostituirlo gratuitamente con un altro. Unico problema i tempi di attesa, circa 15 giorni di solito. Altrimenti è possibile richiedere un bancomat non nominativo, senza l’indicazione del nome dell’intestatario del conto. La consegna può essere immediata in questo caso, ma il costo arrivare a 30 euro.
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