Anche se non tutti lo sanno, alcuni parenti hanno il diritto di opporsi al testamento e di andare ad impugnarlo in tribunale. Ecco in quali casi questo può avvenire.
In materia di eredità sono sempre tanti gli aspetti da tenere in considerazione e da valutare. A partire, ovviamente, dal lato emotivo, visto che un grande lutto non può non cambiare la vita delle persone che erano maggiormente affezionate alla persona che è venuta a mancare. Nel momento in cui, però, l’emotività del momento lascia spazio alla razionalità, non si può non dare la giusta importanza anche ad elementi come quelli relativi all’eredità.
Le ultime volontà di una persona, infatti, vengono raccolte in un documento che va sotto il nome di testamento ed in cui si decide come spartire il proprio patrimonio. Andando poi a specificare chi avrà diritto a cosa. In tal senso, però, anche se non tutti ne sono consapevoli, alcuni eredi, a determinate condizioni, possono andare ad impugnare un testamento facendolo risultare nullo o illegittimo. Andiamo a vedere in quali casi si può profilare questo scenario.
Prima di procedere, è giusto tenere a mente alcune nozioni che sono fondamentali in materia di eredità e di testamento. La legge, infatti, ha fissato quella che è nota come quota di legittima. Si tratta di quella parte di eredità che spetta di diritto ai parenti più stretti del defunto, come il coniuge, i figli, i genitori ed i fratelli. In assenza di un testamento, si utilizza questo principio per spartire un patrimonio, ma anche quando si fa un testamento bisogna tenerla in considerazione.
Nel momento in cui, infatti, un testamento non rispetta la quota di legittima, allora gli eredi legittimi possono andare ad impugnare il testamento in questione in tribunale per far valere i proprio diritti e farsi riconoscere la parte di patrimonio a cui hanno diritto. Allo stato attuale delle cose, infatti, la legge prevede che non è possibile escludere in nessun caso dal proprio testamento un coniuge. Se un testamento non tiene conto della presenza del marito in un caso di moglie defunta, allora quest’ultimo può impugnare il testamento.
Il tempo per poter far valere i propri diritti da questo punto di vista è fissato a 10 anni, dal momento che per la lesione della quota di legittima la prescrizione è quella ordinaria, vale a dire quella che scatta, per l’appunto, dopo una decade. In conclusione, ecco come si divide un’eredità in assenza di un testamento. Meglio non abbassare la concentrazione, dunque.
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