L’indennità di accompagnamento può essere cancellata se non si fa attenzione a tutta una serie di seri errori.
L’indennità di accompagnamento è un beneficio che spetta a persona che sono riconosciute invalide e che hanno necessità di essere accompagnate, in quanto non autosufficienti.
Si tratta di persone per cui è accertata l’impossibilità di deambulare senza il supporto di qualcuno che li aiuti. Questo trattamento si dà anche a coloro che non riescono più a compiere azioni quotidiane in modo autonomo.
Questo incentivo viene erogato per un anno, a partire dal primo giorno successivo all’inoltro della domanda. L’indennità corrisponde a 531,16 euro. Quello che però non tutti sanno, è che per riuscire a non perdere il bonus, non bisogna commettere una serie di errori.
Commetterli, infatti, può compromettere seriamente il bonus. Tuttavia, ci sono delle soluzioni per evitare che questa spiacevole situazione si verifichi. Scopriamo insieme quali sono le opzioni.
Indennità di accompagnamento, errori da evitare e come fare per non rischiare di perderla
L’indennità di accompagnamento, come detto, spetta alle persone invalide a 100%, incapaci di deambulare in modo autonomo o con altre problematiche invalidanti.
Per non vedersi respingere la richiesta di questa indennità, è necessario il certificato medico introduttivo, redatto dal medico di base. Chi segue la persona che deve ottenere l’indennità, deve essere molto preciso nello spiegare il quadro della situazione.
Ergo, è importante che il medico compili ogni sezione della richiesta con grande precisione, e c’è un errore da non commettere, pena la perdita dell’indennità di accompagnamento.
Nei campi da compilare ci sono due spunte che il medico può siglare:
- Persona impossibilitata a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore
- Persona che necessita di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Il medico può decidere di spuntare la dicitura, oppure solo o entrambe. Chiaramente, se queste due spunte ci siano o meno, non vuol dire che si avrà l’indennità in maniera automatica, perché è solo un’indicazione del dottore, ma sarà la commissione INPS a esaminare e decidere.
Tuttavia, diverse volte, se non c’è spunta, sarebbe capitato che l’INPS non concedesse l’indennità a chi ne aveva diritto, perché la certificazione non risultava adeguata oppure si riteneva che non fosse completa. Su questo si è espressa la Cassazione, spiegando che l’assenza di spuntatura delle due indicazioni non fa sì che non si possa procedere con l’istanza.
L’errore non è con l’istanza di invalidità, ma con la certificazione medica. La cosa migliore da fare, però, per evitare questioni e problemi, è sempre quella di controllare con attenzione tutto, domanda e certificato medico.