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Regole

Casa: dura sanzione da 5000 euro, proprietari sfiniti, come funziona

Guai da 5000 euro per i proprietari di casa: sanzione amara e non solo. Cosa dice la legge in materia, l’informazione al primo posto.

È opinione comune quella che sia meglio avere una casa di proprietà, un sogno ad occhi aperti desiderato da tantissimi. Quel che è certo però, è che come ci sono dei vantaggi di natura economica, possono subentrare anche degli “svantaggi” del tutto inaspettati. La legge parla chiaramente, e proprio per questo non occorre lasciarsi scappare nemmeno un dettaglio. Questi ultimi, fanno la differenza, e laddove la situazione può sembrare “inattaccabile”, è invece fonte di guai e di gravissime conseguenze.

Attenzione alle operazioni fuori legge, le conseguenze sono amare (@Canva)- giurisprudenzaunisannio.it

Chi ha una casa di proprietà può vantare di una situazione di gran lunga migliore rispetto a chi sta in affitto. Appunto, è lo scenario di chi ha la possibilità di avere un’abitazione propria, senza dover “buttar via” dei soldi per un immobile posseduto da altri. Quel che è certo però, non si tratta di una condizione facilmente raggiungibile da chiunque. Ad oggi, avere essere proprietari non è così semplice, soprattutto bisogna sapere tutti i tranelli.

Per assurdo, se avere una casa di proprietà non è per tutti, la sanzione in questione, dal valore di 5000 euro, attacca chiunque. Nello specifico, è puro frutto di “errori” da parte dell’individuo che omette, perché non lo sa, o anche poiché compie volutamente questo, delle informazioni di vitale importanza. Tutto è a carico del committente!

Sanzione da 5000 euro per i proprietari: conviene avere casa?

Guai seri per i proprietari di casa, 5000 euro non sono uno scherzo, e la sanzione è un grosso problema. Per cui, meglio riconoscere quali sono i possibili tranelli nei quali cadere. Anche perché il controllo in questione abbassa la soglia. Se prima veniva effettuato nel tetto massimo di 70 mila euro, ad oggi la legge ammette la verifica prima del saldo finale a 50 mila euro. A definire tutto è il DL coesione dello scorso 30 aprile, approvato dal Governo, è la normativa di riferimento a cui tenere in considerazione.

Attenzione alle operazioni fuori legge, le conseguenze sono amare (@Canva)- giurisprudenzaunisannio.it

Una sanzione amministrativa da 3 zeri tondi tondi per tutti i proprietari che ristrutturano casa con aziende private che non sono del tutto regolari. La legalità dell’operazione parte dai soggetti in gioco, e se l’impresa di che si interessa alla ristrutturazione non lo è, sono guai seri. Che si tratti di posizioni in nero degli operai o di altri aspetti, è essenziale che al controllo tutto sia a norma di legge, altrimenti la conseguenza è immediata.

La ratio della normativa è che prima del termine delle operazioni di ristrutturazione da parte dell’impresa, ci sia un’attestazione che si riferisce alla congruità del costo della manodopera per gli interventi in questione. La soglia più bassa finisce per coinvolgere molte più persone del previsto. Anche il Decreto del Ministero del Lavoro, il numero 143 del 2021, aveva definito l’obbligo di verifica. Una volta convertito in Legge nel PNNR, la numero 56 del 2024, subentra la suddetta sanzione che parte da 1000 euro, ma può arrivare alla cifra sopracitata.

Una multa amara che pone una duplice stretta sulle conseguenze dell’irregolarità. Sia il committente, cioè il proprietario, che il Rup, il responsabile unico del procedimento, sono tenuti a dichiarare i fatti, e non solo, è essenziale che tutto sia in regola. Senza questa comunicazione a cui segue la verifica, la conseguenza “nera” è garantita. Quindi, c’è un incremento al 30% della sanzione, ma anche dal punto di vista penale, si rischia il peggio.

Infatti, se c’è un lavoratore in nero, si passa da 1950 euro fino ad un danno da 11700 euro, se questo lavora effettivamente fino a un mese. Poi se si supera il tempo, e si raggiungono circa 60 giorni, ecco che la somma lievita fino a 23400 euro. Ma non finisce qui, perché se i giorni di lavoro superano la quota 60, ecco che si sfiorano quasi i 50 mila euro!

L’esercizio abusivo in questione prevede anche l’arresto di un mese, aspetto che precedentemente non c’era. Infine, si rischiano fino a 3 mesi di reclusione e un ammenda fi 5000 euro, per l’esercizio abusivo dell’attività di intermediazione, ricerca e selezione del personale, finora esplicato.

Fabiana Donato

Redattrice classe '96 nata sotto il segno dei pesci, ma con la grinta di un ariete che passa le giornate tra la kick boxing e la scrittura. Amante di film, anime, libri e manga, ed interessata a tutti ciò che anima il mondo. Laureata in scienze politiche e storia, insegnante a tempo perso, con l'obiettivo di pubblicare le sue storie.

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