A proposito di TFR, c’è una soluzione da tenere a mente per un investimento che ti fa aumentare il valore del capitale ma senza correre praticamente nessun rischio. Ecco come fare.
Nel momento in cui si lavora presso una società, anche se per certi aspetti non ci si accorge di questa cosa, si mette da una parte un piccolo tesoretto, per così dire. Stiamo parlando, come è noto, del cosiddetto Trattamento di Fine Rapporto. Come si può facilmente intuire già dal suo nome, si tratta di un qualcosa che viene riconosciuto, poi, eventualmente nel momento in cui cessa il rapporto di lavoro in questione.
Nel momento in cui si va in pensione o, in alternativa, ci si dimette o si viene licenziati, solitamente viene riconosciuta questa cifra. Trattandosi di una cifra che, soprattutto nel momento in cui si lavora per anni nello stesso posto, può essere davvero molto importante, può essere investita per farla fruttare. Ognuno di noi sa, ovviamente, qual è la soluzione migliore da questo punto di vista. Ma forse tutti ignorano una opzione che fa crescere il patrimonio ma lo fa senza farci correre dei rischi.
Piuttosto che tenerli fermi in banca quando, soprattutto dopo la pensione, magari non si hanno tante soluzioni per degli investimenti, ci sono delle soluzioni alternative che non tutti conoscono. Proprio a loro ci rivolgiamo, dal momento che vogliamo andare a segnalare all’attenzione dei nostri lettori una opzione sicura ed allo stesso tempo molto fruttuosa. C’è un modo, infatti, per investire il TFR che non tutti conoscono. Si tratta della cosiddetta previdenza complementare. Andiamo a vedere di che si tratta.
Solitamente il Trattamento di Fine Rapporto viene lasciato all’azienda, che lo riconosce poi al lavoratore nel momento in cui cessa il rapporto. In alternativa, però, i dipendenti possono decidere di versarlo ad un fondo pensione. In questo modo, va a crescere l’importo che sarà riconosciuto quando sarà terminata l’attività lavorativa. Questi fondi, infatti, che danno una rendita garantita, investono i contributi dei lavoratori in degli strumenti di natura finanziaria per far aumentare il capitale in questione. Quando poi si chiede la restituzione graduale della cifra investita, essa va ad integrare la pensione. Aumentata ovviamente grazie agli interessi maturati.
Per poterla ottenere, però, è necessario che il lavoratore comunichi al datore di lavoro la sua volontà di investire il TFR, per l’appunto, per la previdenza complementare entro e non oltre i 6 mesi. Nel momento in cui lo si fa, il datore di lavoro verserà mese per mese la cifra maturata dal dipendente al fondo in questione.
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