Bankitalia: affitti vietati in determinati casi, nel caos tutti i proprietari, potrebbe diventare crisi nelle grandi città
Le direttive dell’Unione Europea in merito alla svolta green si fanno sempre più restrittive. Due anni. Questo il tempo fissato dall’UE affinché tutti i paesi membri adottino una propria direttiva in merito al follow up delle politiche green sulle case.
Per l’Italia si tratterà di un progetto molto dispendioso, ne siamo consapevoli tutti. Dobbiamo far riferimento al fatto che l’Italia è un concentrato di Borghi storici, alternati a piccole città. La quantità di storia che abbiamo nel nostro Paese probabilmente non ce l’ha nessun altro, eppure sembra che (per gli altri) quest’ultima sia un impedimento per lo sviluppo della società stessa.
Nel paradosso italiano, tanta storia genera tante insidie: quanto costerebbe, economicamente parlando, ristrutturare tutti i borghi italiani per renderli più ‘green’? La risposta è più che scontata e siamo consapevoli che quel denaro sarà difficile tirarlo fuori dalle casse dello Stato e anche dagli stessi lavoratori che al momento si trovano a dover fronteggiare un caro vita notevole.
Bankitalia suggerisce il rispetto di standard minimi (Green) per l’affitto
Bankitalia è intervenuta come istituto bancario italiano, pubblicando un lungo articolo di riflessioni in merito alle misure che il Governo dovrebbe adottare per affrontare il problema delle ristrutturazioni per l’efficientamento energetico. Nel documento si fa anche riferimento anche a tutti i finanziamenti statali (es: Superbonus).
Ma, secondo le ipotesi di Bankitalia, quell’enorme mole di fondi necessari si potrebbe trarre da “tagli ai sussidi ambientali dannosi” e “dall’introduzione di un sistema di Carbon pricing”. In un certo senso, più tasse, meno sussidi per gli italiani. Sempre nello stesso documento si legge anche: valutare l’ipotesi “di concedere incentivi fiscali rafforzati” per i proprietari di “abitazioni in affitto” che raggiungono “determinati livelli di EE” oppure di “subordinare la locazione al rispetto di standard minimi“.
Sembra ovvia la risposta del proprietario dell’appartamento ‘non green’: davanti a un divieto di locazione per via degli standard di EE minimi non raggiunti, sceglierà di non affittarlo. Tutto ciò ovviamente influirebbe negativamente soprattutto su noi italiani: chi casa non ce l’ha si troverà impossibilitato ad affittare per via di mancanza di abitazioni. Inoltre, chiunque preferirebbe trovare una casa anche in classe energetica G piuttosto che vivere per strada.
Quindi no, non sembra essere una soluzione adeguata al caso. Si resta quindi in ascolto dei successivi sviluppi su una riforma adeguata che riesca a mediare con gli obiettivi UE senza gravare sugli italiani.