Acquistare casa può portare a dei controlli da parte del Fisco, ma che verifiche sono e come tutelarsi? I dettagli.
Quando si acquista una casa, c’è molta burocrazia di cui occuparsi e tutto deve avvenire nel modo più attento e corretto possibile.
La gioia nel comprare un’abitazione è grande, perché essa consente grande libertà, soprattutto dal punto di vista economico, dato che non vi saranno affitti da pagare e se ne potrà disporre a proprio piacimento. L’acquisto di un immobile è una vera e propria svolta, da questo punto di vista.
Un immobile può essere acquistato subito, quando si ha ampia disponibilità di denaro, oppure può essere comprato accendendo un mutuo. Quest’ultima opzione è complessa e richiede una vasta documentazione e garanzie per potervi accedere.
Ma una volta eseguito l’acquisto dell’abitazione, si può cominciare una nuova vita, arredarla come più si preferisce, renderla unica, in base ai propri gusti. Soprattutto se si tratta della prima casa, l’emozione è tanta, in particolare se si va a vivere soli o se si tratta di una coppia sposata da poco. Tuttavia, è importante ricordare che sugli acquisti di immobili, in certi casi, ci sono controlli da parte del Fisco.
Acquisto casa, quali controlli esegue il Fisco e a cosa sono rivolti
Quando si compra un immobile, il Fisco può eseguire tutta una serie di verifiche, in determinati contesti, atte ad appurare che tutto sia occorso in modo legale e corretto.
Nello specifico, il Fisco, sulle compravendite immobiliari che hanno ricevuto l’agevolazione prima casa, verifica gli atti per accertare che siano rispettati i requisiti e le condizioni sancite dalla legge.
Le agevolazioni fiscali per comprare la prima casa spettano nel caso in cui l’acquirente possieda la dichiarazione sostitutiva che lo vede avere i requisiti “prima casa”. E ancora, l’immobile che si intende comprare deve rientrare in specifiche categorie catastali. La casa deve essere ubicata nel territorio del Comune in cui l’acquirente risiede, oppure lavora, studia ecc.
L’immobile deve essere nel territorio del Comune in cui il proprio datore di lavoro svolge la sua attività, se l’acquirente ha dovuto spostarsi all’estero per motivi lavorativi. Oppure, l’immobile può trovarsi in ogni parte d’Italia, purché sia la “prima casa” in Italia, se l’acquirente è cittadino italiano emigrato.
Una volta ottenuta l’agevolazione, il Fisco può eseguire i seguenti controlli sui suddetti requisiti. Il controllo deve occorrere a tre anni da quando si è registrato l’atto, tre anni da quando sono scaduti i 18 mesi per trasferire la residenza nel Comune in cui è ubicata la casa.
La verifica va eseguita a tre anni dal termine dei 12 mesi concessi al contribuente per comprare una nuova casa, se si cede la casa comprata in precedenza prima di 5 anni. E infine, a tre anni dal termine dei 12 mesi che il contribuente ha per vendere la casa che aveva in precedenza, se si compra altro immobile sfruttando gli incentivi prima casa.
Se i requisiti non sono rispettati, gli uffici bloccano l’incentivo, riprendono le tasse dovute in misura ordinaria e c’è anche una multa che corrisponde al 30% sulla differenza.